Massimo Nava presenta il suo ultimo libro - Giovedì 11 maggio 2023
Questo libro è un omaggio postumo a una figura poco conosciuta, anche dai lettori del “Corriere”.
In quasi mezzo secolo di lavoro in via Solferino, ho toccato con mano quanto la sua lezione di libertà, onestà intellettuale e spirito di servizio sia rimasta, di generazione in generazione, nei cromosomi del giornale. Torelli Viollier fu il primo a buttare nel cestino il giornalismo autoreferenziale ed elitario e a importare i modelli dei grandi giornali europei, basati sul primato della notizia e su inchieste e reportage accurati. Ma la sua vicenda è anche il romanzo di un’avventura, emozionante e romantica, passionale e incredibile, come quelle dei moschettieri e dei garibaldini
Era un giovane napoletano, timido e orfano di entrambi i genitori, che si sarebbe accontentato di un impiego pubblico ma divenne adulto con il gusto della sfida, la passione civile, l’amore per la patria, che serv. da volontario con Garibaldi. Eugenio Torelli Viollier diventò giornalista sotto le ali affettuose di Alexandre Dumas, di cui fu segretario e traduttore, scoprendo Parigi e i salotti letterari e studiando segreti e regole delle grandi imprese editoriali. Amava le lettere, il melodramma, il teatro. Scrisse poesie, romanzi, libretti d’opera che non ebbero il successo sperato. Era anche un visionario che immaginò di fare con quattro precari colleghi e pochi soldi quello che sarebbe diventato il più grande quotidiano italiano. La sua biografia, straordinaria nello svolgimento, dalla Napoli borbonica alla Milano della nuova classe dirigente unitaria, e nella sua attualità: perchè è la storia di un successo costruito in giro per l’Europa e nella metropoli lombarda, dove i talenti del sud vengono a cercare fortuna e valorizzazione. Alla guida del “Corriere”, il direttore seppe esaltare i talenti
che incontrava, chiamandoli a scrivere per il giornale. Fra questi, Giovanni Verga, Luigi Capuana, Matilde Serao. Seppe anche scoprire l’uomo adatto alla successione: Luigi Albertini, il direttore del nuovo secolo, il grande giornalista il cui nome si sarebbe legato per sempre alla storia del Corriere.
Il successo del quotidiano, sbocciato nel giorno di Quaresima sotto le volte della Galleria di Milano, fu negli ultimi tempi segnato da contrasti interni alla redazione, maldicenze messe in giro dalla concorrenza e peripezie economiche. E il suo protagonista finì per uscire di scena in punta di piedi, in solitudine e dimenticato.
MASSIMO NAVA
editorialista del Corriere della Sera Inviato speciale e corrispondente da Parigi dal 2000. Ha seguito i più importanti avvenimenti e conflitti internazionali.
Autore di saggi e biografie: Germania/Germania (Mondadori, 1990), Carovane d’Europa (Rizzoli, 1992), Kosovo c’ero anch’io (Rizzoli, 1999), Milosevic, la tragedia di un popolo (Rizzoli, 1999), Imputato Milosevic (Fazi, 2002), Vittime, storie di guerra sul fronte della pace(Fazi, 2005), Sarkozy, il francese di ferro (Einaudi, 2007), Sarkozy l’homme de fer (Michalon, 2007), Desir de France (Michalon, 2007).
Ha pubblicato nel 2019 Milosevic nella collana I dittatori del Corriere della Sera (BUR Rizzoli, 2019) e La caduta del Muro di Berlino (edizione speciale del Corriere della Sera),in occasione del trentesimo anniversario.
Tra le sue ultime pubblicazioni: Storia della Germania dopo il Muro (BUR Rizzoli, 2020), Angela Merkel, la donna che ha cambiato la storia (Rizzoli, 2021), Milan chic (Assouline, 2022).
I suoi romanzi: La gloria è il sole dei morti (Ponte alle Grazie, 2009), Infinito amore (Mondadori, 2014), Il mercante di quadri scomparsi (Mondadori, 2016), Il boss è immortale (Mondadori, 2018).
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